Tassa di soggiorno: da Gennaio via libera a Roma
Roma ha deciso: chi visiterà la capitale dovrà pagare una tassa che finirà nelle casse comunali.
Cerchiamo di capire cosa potrà significare questo per il settore turistico e per la Città di Roma.
Da una parte è indubbio che il turismo, oltre ai tanti benefici, porta con sè degli “inconvenienti” ai quali un qualunque comune deve far fronte. Si pensi solo all’aumento del traffico cittadino, all’aumento dei rifiuti urbani, alla diminuzione della qualità della vita per i cittadini.
Dall’altra parte è altrettanto indubbio che molte città, senza l’apporto del turismo, non avrebbero le risorse necessarie per curare e proteggere il proprio patrimonio artistico e, quindi, non avrebbero più attrattive per i turisti che, a loro volta, continuano a portare ricchezza e prosperità alla città. Senza contare tutte le persone e le attività commerciali che si sono specializzate per offrire servizi ai turisti. Togliendo le tipiche agenzie di viaggi, alberghi e ristoranti, sono sempre più diffusi negozi di prodotti tipici nati appositamente per andare incontro alle necessità di turisti dalla buona forchetta che vogliono portare con sè un pezzetto della cultura gastronomica del luogo.
Da una prima e superficiale analisi risulta chiaro che il Comune, in qualità di Ente pubblico di una città turistica, può tranquillamente chiedere ai propri residenti tasse più alte in virtù dei servizi offerti e della prosperità assicurata dal settore turistico. Da quest’affermazione risulta inopportuno richiedere una tassa anche a coloro che si recano in visita presso una destinazione turistica. A mio parere equivale ad una doppia tassa.
Cerchiamo di vederla da un diverso punto di vista. Io, turista, mi reco in visita a Roma e, per una notte in albergo, pago una cifra già di per sè superiore a quella che pagherei in altre città meno blasonate. Durante l’intero soggiorno mi reco presso ristoranti, negozi, musei ed attrazioni varie pagando conti e biglietti superiori a quelli che pagherei altrove perché mi trovo nella capitale dell’Impero Romano. Oltre a ciò, devo pagare una tassa al Comune di Roma che, in questo modo, mi fa capire che quasi gli do fastidio con la mia visita. Personalmente, deciderei di recarmi in altri luoghi altrettanto ricchi di storia, ma con tariffe nettamente inferiori.
Appurato che, secondo me, una tassa sul soggiorno è altamente lesiva all’immagine di una destinazione turistica, passiamo ora al caso specifico. La Giunta Municipale di Roma ha approvato il 22 Dicembre l’introduzione della tassa di soggiorno che entrerà in vigore dal I Gennaio 2011.
Chi lavora in ambito turistico, ma anche chi viaggia, sa che le prenotazioni avvengono con largo anticipo. La maggior parte dei turisti decide fra tre mesi ed un mese prima della data di partenza. Prendiamo ora un’agenzia di viaggi che ha venduto pacchetti turistici per soggiorni a Gennaio, Febbraio e Marzo, ma anche Maggio, Giugno e Luglio. Come farà a dire ai clienti che dovranno pagare un’ulteriore tassa oltre a quanto già pattuito? Come ne uscirà l’immagine dell’agenzia di viaggi? Quel cliente i rivolgerà di nuovo ad essa per la sua prossima vacanza?
E qui torniamo allo storico ed ormai esasperante errore delle Amministrazioni pubbliche partendo dai Comuni e finendo al Ministero: la programmazione. E’ tanto difficile capire che il settore turistico si muove in media un anno prima di noi? E’ difficile capire che i cataloghi per il 2011 sono stati stampati già ad Agosto-Settembre del 2010? Possibile che tra tutti i politici che ricoprono cariche inerenti il Turismo, non ce ne sia uno solo che ne capisca qualcosa di turismo? Fattore ancora più coreografico, è possibile che tra tutti gli staff degli assessorati comunali, provinciali e regionali e del ministero, non ci sia neanche un impiegato pubblico in grado di spiegare quali sono le dinamiche del turismo al politico di turno?
Si prevede che questa manovra porterà nelle casse comunali circa 80 milioni di euro l’anno. La tassa sarà di € 1,00 al giorno (per massimo dieci giorni) per coloro che soggiorneranno presso campeggi, ostelli, B&B ed alberghi fino a tre stelle e di € 3,00 al giorno (per massimo dieci giorni) per coloro che soggiorneranno presso alberghi a quattro e cinque stelle. Inoltre sono previste tasse anche per coloro che acquisteranno un biglietto per i “City Sightseeing” e, addirittura, per accedere agli stabilimenti balneari.
Piccola considerazione finale: l’introduzione della tassa di soggiorno a Roma è grave non solo per la totale mancanza di etica, ma anche perché aprirà la strada ad altri comuni. Infatti, già si inizia a parlare dell’introduzione della tassa di soggiorno anche a Firenze e Venezia.
In tempo di crisi, l’introduzione di nuove tasse è un toccasana!!