I Social Network basati sulla geolocalizzazione non hanno futuro (né presente)
La geolocalizzazione è un sistema grazie al quale, attraverso il GPS installato su tablet, smartphone o qualunque altro dispositivo mobile, si può identificare la posizione di un determinato soggetto.
Se, inizialmente, questa tecnologia è stata utilizzata principalmente per i navigatori satellitari, oggigiorno viene impiegata per i più svariati utilizzi.
In un articolo dedicato alle applicazioni social per smartphone, vi ho parlato delle migliori e più utili app che utilizzano la geolocalizzazione. Da allora ho continuato la sperimentazione dell’implementazione di tali applicazioni sia in ambito di marketing sia nella vita di tutti i giorni e, con questo articolo, voglio spiegarvi perché, secondo me, le attese non sono state soddisfatte e questa classe di app rischia l’estinzione.
Come ben sappiamo tutti, uno dei limiti maggiori dei dispositivi mobili è la scarsa durata della batteria. Normalmente, una persona che utilizza uno smartphone per telefonare, inviare SMS, navigare in Internet e controllare la posta, impara a non farlo troppo se non ha a portata di mano un caricabatterie fisso o da auto oppure una batteria di riserva (nei casi dei dipendenti cronici).
Se al normale utilizzo di uno smartphone, aggiungiamo le risorse energetiche richieste dal GPS, risulta veramente difficile far durare la batteria abbastanza da non dover ricorrere ad apparecchi supplementari.
Provando le funzionalità di Foursquare da un punto di vista professionale, quindi dalla parte di chi vorrebbe sfruttare il mezzo per fini pubblicitari, devo ammettere che le potenzialità ci sono.
Per deformazione professionale, per vedere se un prodotto funziona, mi metto dalla parte di chi dovrebbe usufruirne. Ed è in questo caso che Foursquare, a mio parere, non ha un futuro né tantomeno un presente.
Cerchiamo di percorrere le operazioni che di solito compiamo per effettuare il check-in su Foursquare. Esco con gli amici e vado in un locale. Prendiamo posto e…la mano scivola a prendere lo smartphone. Attivo il GPS (perché averlo sempre attivo costerebbe troppo in termini energetici), avvio l’app di Foursquare ed attendo il caricamento della stessa e l’individuazione della mia posizione. Cerco il nome del locale in cui mi trovo, clicco sul pulsante “check-in” et voilà. I miei amici mi guardano esclamando “ma sei uscito con noi o per giocare al cellulare?“. Ahia! Danno sociale…altro che social network. Immaginarsi se, invece che con gli amici, ci troviamo con la\il fidanzata\o…
Altro esempio, durante l’ultima edizione del BTO – Buy Tourism Online, ne ho approfittato per esplorare Firenze e le sue innumerevoli bellezze. Mi sono recato al Palazzo Strozzi dove c’era una mostra interessantissima: “Denaro e Bellezza“. Mi tuffo in biglietteria e compro due biglietti dopodiché prendo il mio bel Galaxy S e mi accingo a fare check-in. Seguo la procedura di cui sopra e…c’è uno “special“. Il Palazzo Strozzi utilizza per le proprie campagne di marketing anche Foursquare, ma, all’ingresso della biglietteria ciò non era indicato. In pratica bastava fare il check-in ed avrei pagato un biglietto solo al posto di due. A saperlo prima, ma ormai…
Anche se non ho usufruito dell’offerta speciale, ho pensato: in un caso normale avrei effettuato il check-in e mi sarei recato al banco della biglietteria con il mio bel Foursquare aperto con tanto di check-in effettuato. Ma il personale della biglietteria era preparato? Non essendoci neanche un cartello che promuovesse l’utilizzo di Foursquare all’interno del museo, dubito che fosse stato formato il personale in proposito, ma tutto può essere.
Altra considerazione: da un punto di vista fiscale come si giustifica che una persona è entrata gratis al museo? In generale, se mi offrono un gelato omaggio in cambio di un check-in e mi ferma la Guardia di Finanza per strada, gli faccio vedere il check-in su Foursquare? Il negoziante dovrebbe comunque emettere un documento fiscale? Si!
Ok, la sto facendo complicata, ma la situazione non è neanche tanto semplice.
Ricapitolando, per utilizzare Foursquare come strumento di promozione dovrei:
- avere dei clienti attrezzati per non restare a secco di batteria;
- avere dei dipendenti che al minimo sappiano cosa sia Foursquare e che venga informato ogni qualvolta inizia una nuova promozione e ne termina una vecchia;
- informarmi dal commercialista sulle pratiche corrette da seguire per poter “regalare” prodotti o servizi per essere in regola a livello fiscale in quanto la legge italiana non prevede il regalo, o meglio, in caso di gratuità della prestazione prevede comunque l’emissione di un documento fiscale sul quale l’azienda deve pagare le tasse.
Possibili soluzioni:
- metto a disposizione i carica batteria per le marche più diffuse all’interno del mio locale;
- organizzo un corso di formazione per tutti i dipendenti;
- evito di “regalare” prodotti o servizi preferendo l’offerta di sconti particolari.
Il discorso appena affrontato per Foursquare vale anche per gli altri Social Network basati sulla geolocalizzazione tranne che per Qype che altro non è che un sistema di recensioni sul modello di Tripadvisor. Per me è impensabile che qualcuno si fermi nel mio locale ed inizi a scrivermi una recensione piuttosto che trascorrere del tempo rilassante in compagnia degli amici. Ma tutto è possibile…
In questo post ho logicamente espresso il mio personale punto di vista che può essere condiviso o meno. Credo, però, che il fenomeno dei Social Network venga preso troppo alla leggera. Credo che tanti titolari di attività commerciali credono che sia semplicissimo farsi pubblicità gratis su Facebook, Twitter, Foursquare o Gowalla, ma che, in realtà, potrebbero almeno leggersi un libro di marketing se proprio non voglio affidarsi ad un professionista: si avrebbe un danno inferiore.
E qui torniamo al mio solito pallino: non dovete per forza affidarvi ad altri per fare bene della promozione online. Esiste un’alternativa: formarsi, studiare e tenersi costantemente aggiornati.
Se avete abbastanza tempo per fare questo e portare avanti la vostra attività…
Io credo che in questo articolo si sia un po’ esagerato.
Il successo o meno di un social network non dipende certo dalla durata della batteria. È interessante il tuo punto di vista, perché di sicuro nessuno ci aveva pensato. Tuttavia questo fattore dipende dal tipo/marca di telefono. Io ho un Blackberry e ti posso assicurare che la mia batteria dura anche molto tenendo attiva la connessione ad internet. Ero anche io al Bto e sai che la connessione wi-fi non andava, perciò ho usato il mio cellulare e anche parecchio visto che twittavo spesso. Ho chiuso internet nei momenti di pausa, come ad esempio durante il pranzo, e il cellulare ha retto fino a sera.
Riguardo gli special di 4sq, chi usa questo social sa bene che esistono e che se non vuole perdere ciò che offrono le aziende deve accedere a 4sq prima ancora di accedere al luogo fisico e non dopo.
Sulla formazione ce ne sarebbe da dire, ma mi trovi d’accordo sulla necessità di formare anche il personale per poter utilizzare 4sq, cosa che dovrebbe avvenire anche per tutti gli altri social. Il fatto è che i tempi sono cambiati e il personale, come viene formato in altri ambiti, dovrebbe essere formato anche su questi cambiamenti e sulle loro conseguenze.
Non mi esprimo sulla regolarità a livello fiscale perché di questo non me ne intendo molto.
Infine la conclusione del tuo articolo mi sembra che contraddica la parte in cui dici che sarebbe bene fare da soli anziché affidarsi ad un esterno o sbaglio?
Ciao Eleonora,
il tuo commento mi piace molto perché è costruttivo e non parte da un “partito preso”.
Sulla durata della batteria (punto che reputo il meno importante perciò l’ho inserito per primo) si può ovviare anche con i nuovi caricatori USB portatili della Duracell, ma, da utilizzatore, voglio la comodità ed un servizio in più, non un pensiero in più.
Permettimi, però di dirti che il WiFi consuma molto meno energie rispetto al GPS, quindi l’esempio della tua esperienza al BTO non calza proprio a pennello.
Potresti avere ragione che prima di entrare in un luogo un utilizzatore di Foursquare dovrebbe fare il check-in per vedere eventuali “special”, ma nel mio caso il Marketing Manager non ha svolto bene il suo lavoro (a mio parere) perché manca l’integrazione tra online ed offline che, sono convinto, è fondamentale!
Sulla formazione hai pienamente ragione. Come dico sempre, bisognerebbe formarsi ed aggiornarsi in continuazione, ma, ahimè, chi ha lo stipendio fisso e nessuna aspirazione nella vita lavorativa, non se ne importa tanto.
La conclusione è provocatoria e contraddittoria volutamente. Tutti i gestori di attività commerciali si sentono Marketing Manager ed attivano campagne, creano pagine su Facebook…a loro ho semplicemente detto che lo possono fare da soli oppure rivolgersi ad un professionista. Nel primo caso, per farlo bene, non gli resterebbe tempo per fare il proprio lavoro 😉
Grazie per lo scambio di idee 🙂
Ciao Marcello,
di certo non sono quella che si schiera a favore o contro senza un motivo valido. 🙂 Ogni punto di vista va preso sempre in considerazione.
L’integrazione tra online e offline manca perché chi utilizza questi strumenti purtroppo lo fa solo perché lo fanno tutti. Volevo precisare solo che per formazione non intendevo di certo quella personale, perché uno potrebbe esserne interessato o meno a capirne di più. Io parlavo di una formazione che un’azienda deve fornire ai propri dipendenti in relazione alle attività che va ad intraprendere, quindi capisci bene che non mi riferisco solo ai social network.
Grazie del chiarimento relativo all’ultima parte, ma ahimé non condivido ciò che dici. Io mi occupo proprio di marketing all’interno di una struttura ricettiva e so bene che si tratta di un caso eccezionale, ma posso garantirti che esistono altri imprenditori che non hanno una persona dedicata e lo fanno loro stessi. Le attività di marketing manager non sono, a mio parere, attività che possono fare gli esterni. I consulenti o chi si occupa di web marketing dovrebbero dare gli strumenti necessari all’azienda per poter lavorare in autonomia e non sostituirsi al gestore, perché chi sta all’esterno non conosce l’azienda come chi ci lavora tutti i giorni. Pertanto oggi un gestore o un titolare deve ricomprendere nelle sue attività anche quelle sui social o in generale di web marketing.
La discussione è molto lunga e, a mio parere, complessa. Comunque condivido ciò che hai scritto. Mica dicevo che i consulenti devono fare tutto da soli dall’esterno!?! Sono d’accordo con te 🙂
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Sono d’accordo sul fatto che qualsiasi attvità, solo perchè include la parola “social”, non possa sostituire il marketing per il solo fatto che è più facile da capire. E l’esempio di Palazzo Strozzi descrive perfettamente che senza integrare i canali digitali nella campagna marketing, la delusione dell’utente è assicurata. Detto questo, un’analisi dei vantaggi delle app basate su geolocalizzazione civorrebbe. Per esempio, la mia azienda ha una app del genere per i turisti cinesi, che vivono in metropoli di minimo 5 milioni di abitanti, e se si trovano nel centro storico di Firenze, si perdono…