Si è appena conclusa l’edizione 2012 della BTO – Buy Tourism Online. E’ cambiata la location: dalla storica sede della Stazione Leopolda siamo passati alla Fortezza da Basso; sono cambiati i relatori, è cambiato il format, insomma, sono cambiate un bel po’ di cose.
Partiamo dalla sede. La Stazione Leopolda è, senza ombra di dubbio, più “romantica“. Richiama alla mente gli scantinati o garage dove hanno mosso i primi passi tutti i geni dell’informatica partendo da Steve Jobs a Kevin Mitnick, da Bill Gates a Linus Torvalds. La Fortezza è risultata un tantino più dispersiva sia per l’ubicazione delle “hall” che per il posizionamento degli stand degli espositori, parte dei quali si trovavano in zone che i visitatori non dovevano percorrere, quindi, con scarsa visibilità.
Passiamo al format. Questa volta, ho avuto l’impressione che il contenuto non fosse stato pensato come “il re“. Ho avuto l’impressione che si sia voluto spettacolarizzare l’evento. Syusy Blady e Patrizio Roversi hanno presentato gli Hospitality Social Awards; Dario Vergassola ha coordinato il panel “Piattaforme hotel: parlatene con noi“. Insomma, BTO è sempre un evento formativo oppure si è scelta una nuova linea? Si vogliono trattare seriamente gli argomenti oppure si vuole tenere l’attenzione viva facendo fare due risate al pubblico?
Parliamo degli “storyteller“. Ogni anno BTO decide di “reclutare” dei blogger per diffondere nella Rete i contenuti trattati durante la due giorni fiorentina. Quest’anno, oltre ai blogger, si è deciso di dare spazio agli storyteller che, tradotto in italiano, sarebbero dei “cantastorie“. Credo che un evento come BTO dovrebbe puntare di più sulla diffusione dei contenuti “tecnici” dell’evento piuttosto che alla generazione di emozioni intorno all’evento o, perlomeno, dare maggiore valenza ai contenuti che alle emozioni.
“Impressioni” ed “emozioni“, senza ombra di dubbio, vanno bene nella promozione di una destinazione turistica o di una sagra di paese, ma non riesco a vederle bene in un evento formativo. “Tante strette di mani“, “tanti incontri con persone che conoscevo solo sui social” sono, fin’ora, le frasi più utilizzate dagli storyteller e non credo che abbiano sbagliato qualcosa loro, ma chi ha deciso di coinvolgere “persone lontane dal mondo del turismo” (cit.).
Non si può giudicare ora se la scelta sia stata giusta oppure no, ma io non l’avrei fatta.
Qualcosa sulle “scientific hall“. Il nome, secondo me, non è del tutto azzeccato: di scientifico – ahimè – avevano ben poco. Le avrei chiamate più che altro “divulgative hall“.
BTO è giunto alla quinta edizione e, per fortuna, la platea è cambiata anche e soprattutto grazie al Buy Tourism Online. Dopo cinque anni i visitatori anelano a dei laboratori più concreti, che insegnino come mettere in pratica ciò che hanno appreso. Quest’anno c’è stata l’introduzione della “cassetta degli attrezzi” che doveva sopperire a questa carenza dell’evento e di cui parlerò nel prossimo punto. Insomma, la platea cresce e non vuole solo assistere alla divulgazione asettica di contenuti: vuole contestualizzarli. “Nella definizione di una campagna di marketing da dove si è partiti? Come si appronta il marketing plan? Come si sono definiti gli obiettivi? A quali risultati si è giunti? Come si è proceduto alla misurazione dei risultati? Quant’è costata questa campagna di marketing?“. Forse la mission della BTO non è quella formativa, ma quella informativa. Se è così sbaglio io ad aspettarmi qualcosa di diverso, ma bisognerebbe comunicare meglio la propria mission.
La “cassetta degli attrezzi” si era presentata come un’occasione per assistere a laboratori tenuti da professionisti con “pochi legami con aziende” come pubblicato sul sito ufficiale del Buy Tourism Online.
Di seguito riporto il nome di alcuni laboratori: “Expedia – Il Nuovo modello commerciale del gruppo: Expedia Traveler Preference” relatore Marco Sprizzi area manager Expedia; “Brand reputation” relatore Sergio Farinelli della QNT – “Cassetta degli attrezzi promossa da Simple Booking”; “Google AdWords: riprenditi ciò che è tuo!” relatore Jacopo Rita di Bookassist”; “Micros-Fidelio: La mixology dell’hotel che guarda al futuro” relatore Marco Cavasassi di Micros Fidelio; “HootSuite & Social Media Strategies per il Turismo” relatore Diego Orzalesi di HootSuite.
Insomma, non mi son sembrati tanto professionisti con pochi legami con aziende. A me non interessa chi tiene i laboratori, ma se si pubblicizza una linea e poi ci si muove in un’altra direzione, non mi sembra corretto. Ci si vuole distinguere dai competitors, ma si finisce per emularli. Si creano aspettative nei visitatori che non vengono rispettate.
Ho salutato con un plauso non indifferente l’introduzione degli “Hospitality Social Awards“. E’ un’iniziativa lodevole e che spero veda tantissime altre edizioni. Si è trattato del primo anno, quindi, nessuno poteva aspettarsi la perfezione, ma, prima di tutto, bisognerebbe regolamentare meglio l’assegnazione dei premi identificando i punti cardine della valutazione. Non si può, ad esempio, valutare una pagina fan su Facebook senza sapere se vengono utilizzati o meno i contenuti targettizzati in base alla lingua e localizzazione geografica.
Al di là dei tecnicismi, credo che non ci si può permettere di dire ad un premiato “l’abbiamo assegnato a te anche se, secondo noi, l’utilizzo del mezzo nell’ospitalità è un altro” oppure “non volevamo assegnarlo, ma alla fine l’abbiamo dato a te“. Credo sia più giusto definire dei fattori principali e, ad ognuno di essi, attribuire un punteggio. Dopodiché può starci un punteggio “ideologico” della giuria che, però, non può essere il solo metro di giudizio.
Gli incontri social sono da sempre il top della BTO. In occasione della due giorni fiorentina sono tante le persone che si conoscono dal vivo dopo essersi lette e scambiate idee sui social e sui blog. Quest’anno ho conosciuto delle persone veramente eccezionali e voglio approfittare di questo post per dire grazie ad Eugenio Agnello, Giuseppe Romondia, Daniele Russo, Michele Salvatore, Giovanni Sedda, Roberta Longo, Veronica Rizzoli, Eleonora Tramonti e Francesca Campigli per aver reso ancora più speciale quest’esperienza 🙂
Anche quest’anno, come dal 2010, ho partecipato alla BTO in qualità di blogger ed anche quest’anno ho raccolto più di uno spunto utile e mi è venuta più di un’idea da realizzare, ma…si può dare di più!
E se non ci riesce BTO…!
A me piace molto il nome dell’Associazione che c’è dietro il Buy Tourism Online: BTO Educational. “Educational“: una parola, anzi, un concetto meraviglioso. Non abbandonatelo!
P.S. Come precisato da Robert Piattelli, non tutti gli speech che ho menzionato facevano parte della “cassetta degli attrezzi”. Sul sito ufficiale del Buy Tourism Online (vedi day one, vedi day two) erano, però, riportati sotto la dicitura “cassetta degli attrezzi” per indicare l’aula nella quale si svolgevano. Quindi, a onor del vero, gli unici speech della “cassetta degli attrezzi” tenuti da aziende e\o rappresentanti di esse risultano essere: “Brand reputation” relatore Sergio Farinelli della QNT – “Cassetta degli attrezzi promossa da Simple Booking” e “Google AdWords: riprenditi ciò che è tuo!” relatore Jacopo Rita di Bookassist”.
Anche se sono due e non cinque, è venuta oggettivamente meno la premessa: “professionisti con pochi legami con le aziende”.